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Il Convento, situato nella diocesi di Catanzaro-Squillace, è stato e rimane uno tra i più importanti della Provincia Monastica Cappuccina. La sua pittoresca posizione su una collinetta, appena staccata dal centro abitato, apre una suggestiva finestra panoramica sull’ampia vallata che si estende fino al vicino mare Ionio.

Al tempo della sua prima erezione (1576 o 1594) contava di 17 piccole celle austere, le cui porte si affacciavano su un unico corridoio.

La muratura maestra era realizzata in calce e pietra. La pianta era a forma di un quadrato, all’interno del quale si può scorgere ancora oggi un chiostro con al centro una grande cisterna usata per la raccolta delle acque piovane.

 

 

Sul lato sud del quadrilatero c’era la chiesetta dedicata a San Francesco. Essa si presentava con due navate: una centrale ampia e lunga ed una laterale stretta e corta; a destra, al posto di una terza navata, vi era il corridoio conventuale.

Negli anni, il Convento è stato più volte soppresso e riaperto ed in seguito arricchito di nuove strutture: la cucina, il refettorio, la biblioteca, il parlatorio e davanti al portone un porticato con tre archi sui quali si ergeva l’attuale calvario.

Nel 1896 fu istallato un cancello all’ingresso del corridoio del piano terra. Questo rappresentava un limite invalicabile in particolare per le donne alle quali era proibito di visitare tutti gli ambienti, compresi la sacrestia e l’orto. Per visitare questi luoghi era necessaria una dispensa da parte del padre generale.

 

 

Nel 1898 sono state costruite sul lato Nord-Est la loggia e le macerie e sono stati completati la stalla, il pollaio e il pagliaio.

Molte volte il convento è stato oggetto di manutenzione ma le più importanti opere sono state effettuate tra il 1926 e il 1930.

In particolare sono stati ricostruiti i corridoi e le loro pavimentazioni, restaurati il refettorio, la cucina, le aule scolastiche, la biblioteca e il parlatorio.

All’inizio degli anni 40, l’opera di restauro riguardò la copertura e le facciate per arricchirle esteticamente.

Veramente stupendi i motivi che ornano l’intera facciata in stile gotico con lo splendido rosone e le quattro finestre, di cui due cieche, tutte ogivale, sorrette da due colonnine a ridosso di un artistico davanzale.

 

 

 

 


Meravigliosa la cornice ogivale del portone d’ingresso, resa più incantevole dallo stemma voluto da padre San Francesco d’Assisi per il suo ordine religioso.

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Dell’antica chiesetta, sorta contemporaneamente al convento, non abbiamo notizie documentate. Sappiamo che era più piccola, di forma diversa dall’attuale, con l’interno a due navate e con una serie di archi poggianti su pilastri di muratura.

L’ampliamento della chiesa si è avuto conglobando l’area della sacrestia e sopraelevando i muri perimetrali di 3 metri.

La struttura della nuova Chiesa è stata modellata ispirandosi all’antica chiesetta arricchendola di nuovi accorgimenti tecnico-artistici.

Nei successivi restauri, del ‘40 e del ‘60, l’altare maggiore è stato rivestito da marmi selezionati, composti in armoniche figure geometriche, dando, successivamente, la priorità alla decorazione, poi alla zoccolatura e infine alla pavimentazione.

Nel 1967 vengono riaffrescate le pareti sovrastanti l’altare di San Francesco con immagini, scene e scritte tratte dal Cantico delle Creature.

Anche la zoccolatura retta delle pareti del resto della Chiesa è in marmo “giallo di Siena”, lucidato in elementi piani ed elementi sagomati, per un insieme armonioso. Sotto il nuovo altare è posta la statua di Gesù nell’orto di Getsemani.

Nell’agosto del 1969 veniva ultimata la pitturazione, ed a completamento dell’opera, il 25 novembre del 1973, avveniva l’istallazione del nuovo portone d’ingresso in legno pregiato; un’opera che, con i suoi sei pannelli decorativi in sintonia con quelli della cornice, ben s’incastona nel complesso della facciata, rendendola più monumentale.


 

 

 

 

 

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La biblioteca è nata con la presenza dei cappuccini a Chiaravalle, ed è andata sempre più arricchendosi di volumi e manoscritti comprendenti collane di opere scientifico–letterarie, tanto da raggiungere la quota di 1000 manoscritti e 15000 tra volumi e opuscoli.

Col tempo, venendo a mancare il frate che si prendeva cura di questo patrimonio, ormai divenuto libero e senza più controllo, i vuoti negli scaffali apparivano sempre più evidenti.

Anche le varie opere di restauro del convento, hanno prodotto ulteriori dispersioni.

Attualmente è in corso un accurato riordino con catalogazione e sono risultati presenti 8000 tra volumi e opuscoli sciolti alcuni dei quali in condizioni disastrose.

 

 

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Da alcuni documenti visivi datati 1944 si può vedere come il campanile, sistemato a destra della chiesa, era costituito da una struttura più solida, ma sicuramente meno funzionale per la sua posizione più bassa di quella attuale.

Oggi, il nuovo campanile svetta imponente verso il cielo. Sorge sempre sulla stessa area del precedente e riprende i motivi gotici della facciata della chiesa.

La struttura venne ancorata ad un dado di cemento armato profondo tre metri, nel quale furono inserite le quattro colonne portanti, al termine delle quali si innalzano quattro piccole guglie che accompagnano, per quattro metri e mezzo, una meravigliosa piramide, alla cui sommità poggia una sfera di circa 60 cm di diametro, avvolta da quattro foglie di acanto, anch’esse in stile gotico, sulla sommità della sfera si trova una croce in ferro battuto alta un metro e mezzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



TRATTO DA UN LAVORO SVOLTO DAI GIOVANI DELL’AZIONE CATTOLICA DELLA PARROCCHIA DELLA MADONNA DELLA PIETRA


 

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